Published On: Settembre 11, 2023

Da oltre un decennio la Puglia è diventata meta turistica. I dati lo confermano: l’estate 2022 ha fatto registrare in Puglia più di 10 milioni di presenze e oltre 2 milioni di arrivi. La costante crescita dell’attrattività pugliese è testimoniata dagli incrementi che si sono registrati nei tre mesi estivi, sia rispetto al 2021, sia rispetto al 2019.  Da giugno ad agosto 2022 si registrano 2.181.102 arrivi e 10.221.699 pernottamenti con una variazione del +4,2% e del +3,1% rispetto allo stesso periodo del 2019, un risultato trainato dalla ripresa del turismo internazionale. Il movimento turistico dall’estero nei tre mesi estivi è aumentato del +13% per gli arrivi rispetto all’estate per-pandemia a fronte di una crescita più contenuta (+2%) del turismo nazionale (dati Osservatorio turistico Sistema Puglia).

Il motivo? È una regione che offre molto, dai borghi ricchi d’arte al Salento con le masserie e il mare blu, dalla Valle d’Itria con i trulli al cibo, dal vino all’ artigianato…  È un mix vincente, che è riuscito finalmente a fare sistema, portando notevoli benefici a tutto l’indotto.

La rinascita di Bari

Prendiamo Bari, in passato i vicoli della parte Vecchia erano impraticabili per furti, oggi, grazie ad intelligenti, taciti, accordi e a importanti ristrutturazioni, si possono percorrere in tutta serenità. È bello godersi il passeggio per le strade di Bari vecchia: una pavimentazione in pietra levigata e lucida, diventata meta di numerosi gruppi turistici, perché un lungo restyling ha reso fruibile il centro. Anzi in dialetto sono chiamate “chianche”: una pavimentazione antica di pietra calcarea resistente, molto comune nelle Murge, nella zona dei Trulli e Salento, utilizzata negli esterni e interni. Le pietre grosse sono chiamate “chianconi” , scherzosamente in dialetto sono chiamate le persone noiose e “pesanti.” Le caratteristiche stradine del cuore della città nascondono angoli pittoreschi, botteghe artigiane o bar, dove fare un aperitivo o divorare una buona focaccia.

Il trenino della felicità di Bari Vecchia

«Non va trascurata l’azione e la presenza del nostro sindaco che ha reso questa città sempre più bella – racconta Roberta Crocetta, titolare insieme ai figli del “Trenino della Felicità”, agenzia di servizi turistici – La riqualificazione del centro è iniziata una decina di anni fa con l’amministrazione molto attiva del sindaco Decaro. È una persona sempre presente, vicino alle persone e alla comunità, grazie alla sua azione ha dato impulso al turismo. Basti pensare alla ristrutturazione del Mercato del pesce durata otto anni, alla riapertura del teatro Margherita e alle numerose aree diventate pedonali. Nel centro storico le donne puliscono le strade come fosse casa loro e, grazie ad un accordo tacito, nessun passante viene toccato, perché hanno capito che l’indotto del turismo porta denaro. Le viuzze si incrociano e a volte si è costretti a camminare in fila indiana e trovi abitazioni che si affacciano sulla strada. Non si può rinunciare alla famosa strada delle orecchiette o via Arco basso, dove le signore espongono e vendono la pasta: la più nota è Nunzia, diventata famosa, grazie a uno spot di Dolce & Gabbana».

I baresi in dialetto lo chiamano, Jarche Vasce ed è solo uno degli tanti archi del vecchio quartiere: in passato era chiamato “dei zoccolari” per la presenza di fabbricanti di scarpe, perché si affaccia sul castello normanno-svevo. «Non va dimenticato l’arrivo settimanale delle navi da crociera che portano un enorme flusso di turisti alla città – continua Roberta – La nostra struttura offre un tour panoramico a bordo di un trenino turistico bianco e rosso, dotato di sistemi di sicurezza e impianto di filodiffusione. Il giro dura tre ore, diviso in due momenti, un tour panoramico e la visita guidata che porta i turisti ad ammirare la cattedrale di San Sabino, la Chiesa di San Nicola, i teatri, il Castello Svevo e il lungomare. La nostra è un’azienda di famiglia, nata negli anni 70. Mio padre, Felice, ha comprato il suo primo trenino l’anno in cui sono nata, nel 1970, e lo ha chiamato Trenino della Felicità”. Con il suo primo trenino ha regalato momenti di spensieratezza e gioia durante le feste patronali e le sagre. Seguendo la richiesta del mercato, i trenini sono diventati tre e per circa 30 anni hanno svolto servizio navetta nei villaggi turistici, per poi con il passare degli anni diventare dei mezzi che consentono ai turisti di visitare la città di Bari. Il passaggio generazionale è avvenuto circa 10 anni fa, ed eccomi qui a gestire con orgoglio insieme ai miei figli l’azienda di famiglia che ho trasformato in un’agenzia di servizi turistici. Da qualche giorno sono diventata nonna e con il piccolo Pietro siamo alla quarta generazione del Trenino della felicità. L’ obiettivo è regalare agli ospiti l’amore per la mia terra. I tour sono studiati con la profonda convinzione che tutti devono tornare a casa con il “mal di…. Puglia”. Perché la mia regione è un mix perfetto di cultura, tradizioni, folklore, sapori, profumi e colori».

Antonio Fiore, il principe della focaccia

Il forno di Tony, Antonio Fiore, è quello tramandato dal padre Mimmo, a suo dire, il vero re della focaccia, lui invece si definisce solo il “principe”. Risale al 1912, il forno a legna di famiglia, che ha compiuto più di cento anni: è ricavato in una chiesa bizantina del ‘500 e si trova proprio nella parte vecchia di Bari, a due passi dalla basilica di San Nicola. Lo riconosci da lontano, è il negozio sempre con la fila di clienti: «La vera focaccia barese è quella con il pomodoro, tonda, proprio come una ruota – racconta Tony – ma il segreto sta nella qualità dei prodotti: olio extravergine, farina, acqua, lievito, pomodori, olive e origano. È il classico cibo di strada.» Nel 2019 ha ricevuto il premio come “la migliore focaccia d’Italia”. «l turismo ha cambiato faccia a queste strade – commenta Tony Fiore – prima a Bari vecchia non passeggiava nessuno, da qualche anno tutte le attività hanno dovuto riadattarsi».

Masserie, piccoli gioielli pugliesi

Non c’è solo il cibo di strada, ma ci sono semplici o splendide masserie ristrutturate (antichi edifici rurali) che vale la pena vedere. Consigliamo di soggiornarvi, magari facendo un piccolo tour in alcune masserie che si possono trovare in tutta la regione, oppure pranzare, gustando le specialità locali, come le orecchiette fatte a mano o “ciceri e tria” (la pasta lunga con i ceci). La cucina pugliese offre piatti semplici, ma con materie di prima qualità.

Antichi sapori a Montegrosso di Andria è un locale accogliente, regno del cuoco-contadino Pietro Zito, alfiere della cucina murgiana. Di fronte al locale un orto di 15mila mq dal quale provengono verdure, ortaggi e animali da cortile.

Antichi Sapori | Piazza Sant’Isidoro 10 – 76123 Montegrosso BT | Tel 0883569529

Masseria Barbera a Minervino Murge: il titolare Riccardo  Barbera, avvocato e figlio di magistrato, anziché seguire le orme paterne, si è messo a fare l’oste. Nel suo locale offre la genuinità dei sapori di terra dell’Alta Murgia.

Masseria Barbera | SP230 Snc – 76013 Minervino Murge BT | Tel 0883692095

Alla Tenuta Chianchito a San Giovanni Rotondo lo chef Massimo Andrea Di Maggio, parte della cucina del territorio (siamo in pieno Gargano), che interpreta in chiave personale e moderna. Il locale offre la possibilità di pernottare in cinque comode camere.

Tenuta Chianchito | SP45bis KM 11+550 – 71013 San Giovanni Rotondo FG | Tel 0882451944

Corte dei granai a Maglie: un B&B che si trova nel centro storico, realizzato in pietra leccese, nel rispetto dell’ambiente. Una location unica e particolare dallo stile elegante ed ecologico. Prende il nome dai granai che in passato si affacciavano sulla corte interna.

Corte dei granai | Via Indipendenza – 73024 Maglie LE | Tel 3481711658

Fonte: Italia a Tavola